Sere di giugno

                                              A Peppiniello Parziale
Nel campicello sfavillio di stelle


Nel campicello sfavillio di stelle
e di bambini, con le gallinelle,
l’orsa, il tre di bastoni
e la stella polare
a esaurire lo scarno campionario
delle costellazioni.

Trasalivamo al refolo di vento
da segreta contrada.

Il fumo di ginestra ed il lamento
d’un gatto, il chiacchiericcio nella via,
la lucciola spettrale, la rugiada…
E c’era il sogno a farci compagnia.

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15 commenti su “Sere di giugno

  1. Paesanino il said:

    Caro Peppe, che ci onori della tua amicizia e ci conforti con i tuoi commenti, ti avevo promesso questa poesiola già dallo scorso novembre. Ma la precisa volontà a osservare la scansione del tempo e delle stagioni mi ha fatto rimandare ad oggi lo scioglimento della promessa. Lo so che ho turpemente abusato della tua pazienza, ma sono certo che non te ne avrai a male.

    Paesanino

  2. BibliotecadeBabel il said:

    Mi piace osservare come il sogno occupi un posto a parte, e non rientri nelle enumerazioni delle cose che stanno tra il campicello, il cielo e la via. Si troverà a mezza altezza, forse, dove qualcuno mi ha suggerito fluttuino certi angeli… Eh, questi cieli e queste notti di Giugno riservano molte soprese. Magari ne riparliamo con il “fiore di San Giovanni” e con il sole ferito a morte.

    Buon weekend, caro Paesanino.

  3. Gliorti il said:

    Sere di giugno….

    ho atteso tutto l’anno queste sere, per poterne godere, con le melodie degli uccelli notturni che vagano nel giardino delle fate, con le stesse che svolazzano come impazzite sul fieno appena mietuto, Bianca che le rincorre…ma i temporali delle ultime ore, accompagnati da una spolverata di neve sulle cime dei monti, mi hanno trasferito nel mese di Novembre. Mi stanno rubando l’estate!

  4. anonimo il said:

    Leggere la tua poesia mi emoziona, come il bambino di allora, che disteso sull’erba che odorava di terra scrutava il cielo stellato, infinito. Tanti sogni è vero. Alcuni realizzati, altri non ancora. Li rincorro con speranza….in fondo sono il pane della vita.

    Tanti non raggiungerò mai, è giusto così, altrimenti…… non sarebbero ” Sogni “.

    Ma continuerò a sognare ed emozionarmi al canto di un uccello notturno, rincorrendo con lo sguardo una lucciola che sparisce nel buio della notte, consapevole di essere solo un puntino nell’immensità.

    Grazie di cuore per la tua dedica.

    Un caro saluto

    Peppe

  5. AbigailGilmore il said:

    Le ginestre, il chiacchierare nella via,

    le lucciole, i fuochi…

    “E c’era il sogno a farci compagnia.”

    Quant’era bello il sogno…quant’era bello essere sicuri di qualcosa (o credere di esserlo), avere il tempo per realizzare un’idea….ora i giorni volano via, volano troppo veloci!!! e un pò questo mi fa paura. ciao paesanino, abi

  6. Paesanino il said:

    # Biblios: sono ansioso di leggere sul san giovanni in terra di puglia e magari qualcosa scriverò anch’io sulla tradizione molisana.

    # Gliorti: capisco la tua (che èp anche la nostra) delusione. Tu pensa che avevo programmato di pubblicare per oggi una canzone inneggiante alla primavera, al sole, alla luce, alla gioia, all’amore. Ho anticipato invece “Sere di giugno”, prevista per la settimana prossima, per non farmi ridere appresso. Purtroppo fa freddo anche da noi e sul Matese è nevicato.

    # Peppe e Abigail: c’era il sogno e c’è, deve esserci ancora a dispetto del vortice in cui sembriamo cadere oggiggiorno.

    Un caro saluto

  7. MIRELLADEPARIS il said:

    Potrebbe essere il testo di una bella canzone di Pierancgelo Bertoli , ciao .

  8. GiMascia il said:

    Ah, il fuoco a Sant’Antonio, lo scoppiettio fumoso delle ginestre, i sogni sull’erba persi dietro il lumicino delle lucciole, e la vallata che era un solo luccichio di stelle cadute in terra…

    Paesanino, ti ho mandato a parte, per l’eventuale pubblicazione, uno scritto dedicato alle lucciole, una povera elegia per quegli insetti metafici che apparivano e scomparivano a giugno e che oggi sono annientati dalla straordinaria forza dei diserbanti e dell’inquinamento luminoso.

    Saluti

    Giovanni

  9. timeline il said:

    …e il profumo delle rose e le lucciole a illuminare la notte 🙂

    ciao!

    Blue

  10. anonimo il said:

    mondi perduti o ritrovai?

    Il presepio, la lucciole, i tarocchi, la ginestra… siamo ancora noi.

    🙂

  11. Anchise1 il said:

    Io sono Giugno che mieto lo grano,

    io mieto al monte, alla valle e nel piano:

    e con fatica e con sudore

    da poverello mi faccio signore.

    Io porto lucciole, mosche e cicale

    e a San Giovanni la notte che sale,

    San Luigi e San Vito vien dietro

    e ai ventinove San Paolo e san Pietro.

  12. anonimo il said:

    Non c’è più il giugno di una volta

    Piove e fa freddo da una settimana

    ed è il mese di giugno. Il fatto è strano.

    Il caldo dovrebbe spaccar le recchie ai ciucci

    ed invece è già tanto se non ghiaccia.

    L’altropoeta

  13. anonimo il said:

    Riportare alla memoria esperienze d’infanzia, oltre che piacevole, Paesanino, è edificante per le giovani generazioni che, abituate ad avere troppo, (ma troppo poco apprezzano), rischiano di togliere spazio a tutti quei piccoli, grandi sogni che fanno della vita una straordinaria, superba avventura.

    Un cordiale saluto

    Incanto lirico

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